Ricavi in crescita nonostante un 2018 difficile. Italia primo paese europeo in termini di fatturato
Dopo un 2018 vissuto pericolosamente, dal bando dagli uffici governativi statunitensi al trafugamento del codice del celebre antivirus da parte di un dipendente infedele, Morten Lehn, General Manager per l’Italia di Kaspersky Lab, gioca d’anticipo cercando di sgomberare il campo da illazioni e fake news. «Pur in un periodo turbolento come questo qualità e innovazione dei nostri prodotti non sono messi in discussione da nessuno». Un primato rivendicato con orgoglio. Risultato di politiche aziendali consolidate. Come la scelta di fare tutto in casa, senza acquisizioni. «In questo momento su circa 4.000 collaboratori, 1.900 tra analisti, sviluppatori, ricercatori, lavorano sulle tecnologie. Risorse reclutate soprattutto in Russia, grazie a un sistema scolastico in grado di fornire gran parte dei talenti che cerchiamo. Russia dove risiede anche il nostro centro di Ricerca e Sviluppo. Anche per ragioni di opportunità. Per noi non sarebbe possibile operare da Londra o da Dublino» ammette Lehn.
Dallo scorso novembre però i file sospetti condivisi dagli utenti delle soluzioni Kaspersky Lab in Europa sono lavorati all’interno dei data center di Zurigo. «Siamo entrati nel vivo del processo di rilocalizzazione iniziato alla fine del 2017 nell’ambito della Global Transparency Initiative» spiega Lehn. Un passo che riflette la determinazione dell’azienda di offrire garanzie sull’integrità e l’affidabilità dei propri prodotti. Rafforzato dall’apertura del primo Transparency Center sempre con sede a Zurigo. «La nostra risposta a coloro che ci attaccano è massima trasparenza e apertura. A partire dal codice. Inoltre abbiamo affidato a un ente esterno, uno delle quattro big four – il cui nome sarà reso noto con la pubblicazione del primo report a giugno – la certificazione di tutte le nostre attività» rivela Lehn. Trasparenza che passa anche dalla decisione di rendere noti i propri risultati finanziari. «Non siamo una società quotata, quindi quest’obbligo per noi non c’è. Tuttavia Eugene Kaspersky ha deciso di rendere note alcune informazioni sul nostro giro d’affari. In crescita – afferma Lehn – in modo uniforme pur con qualche eccezione. Gli USA sono una di queste. Ma nonostante tutte le vicende che ci hanno visti coinvolti, anche lì il fatturato consumer aumenta. In Europa l’Italia si conferma il Paese con il tasso di crescita più alto».
Un successo che si deve a una politica verso il canale attenta alla crescita dei partner sia sotto il profilo tecnico che commerciale. Rivista di recente con il lancio del programma Kaspersky United. «Per un’azienda 100% canale è importante lavorare in trasparenza con i partner» afferma Giampierò Cannavò, Head of Channel Europe. «Il nostro Partner Program segue l’evoluzione commerciale dell’azienda. Passata da un’offerta concentrata sulla difesa dell’endpoint alle piattaforme enterprise». Con un ricco programma di premi e incentivi alle vendite. «Lavorare con noi significa lavorare con alti margini di profitto, fino al 40%, restando competitivi con il prezzo di vendita finale» sottolinea Cannavò. «Possiamo farlo perché investiamo percentuali a due cifre in promozione e marketing. Nessuno lo fa nell’IT». 2.500 i partner registrati in Italia, di cui 30 gold e 5 platinum dichiarati dall’azienda. «Non sono i grandi numeri quelli che ci interessano. Siamo molto più interessati a specializzare i nostri partner in una delle 6 aree di qualificazione delle competenze. Ad aprile – anticipa Lehn – inizierà la migrazione sul nuovo portale. Uno strumento a disposizione della nostra rete di partner dal quale gestire l’intero processo di vendita e tutta la parte di formazione con corsi aggiornati sia in ambito tecnico che commerciale».