Fabrizio Bernini, Presidente di Zucchetti Centro Sistemi è stato nominato Cavaliere del Lavoro dal Presidente Sergio Mattarella
A cura dell’Ufficio Marketing & Comunicazione ZCS
Il 30 novembre Fabrizio Bernini, Presidente della Zucchetti Centro Sistemi SpA e degli Industriali di Arezzo ha ricevuto la maggiore onorificenza istituzionale verso l’imprenditoria italiana: il titolo di Cavaliere del Lavoro direttamente dalle mani del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella al Palazzo del Quirinale a Roma. Una cerimonia ufficiale che ha visto Bernini come unico rappresentante della Regione Toscana, insieme ad altri 24 noti colleghi imprenditori.
Ancora emozionato dall’ importante evento, ci risponde ad alcune domande, a cuore aperto.
1. Presidente, cosa rappresenta per te il titolo di Cavaliere del Lavoro?
Un onore grandissimo che nasce da una consapevolezza di aver fatto qualcosa di buono, non solo per me, ma per tutti coloro che mi sono vicini: famiglia, collaboratori, dipendenti, partner e fornitori. Visto poi il livello imprenditoriale degli altri colleghi Cavalieri mi lusinga e mi intimorisce anche un po’. Ho origini umili, ho iniziato munito solo di entusiasmo e passione per la tecnologia, ho stravolto la mia vita professionale ma ho cercato di non modificare quella personale. Ricevere un titolo così importante che riconosce insieme alla attività imprenditoriale anche l’etica e la responsabilità sociale conferma che le mie scelte coraggiose sono state giuste. Un po’ come aver fatto un check up clinico e sapere che sono in ottima salute!
2. Il 2017 è stato un anno denso di avvenimenti: 60 anni, nominato Presidente degli industriali della Provincia di Arezzo oltre che vice Presidente di Confindustria Toscana Sud, Cavaliere del Lavoro, la nomina nel Consiglio Direttivo del Digital Innovation Hub della Toscana, una crescita del fatturato quest’anno stimata del +15% rispetto al 2016, la realizzazione del nuovo Smart building. Quale avvenimento ti ha dato maggiori emozioni? Quale la sorpresa maggiore? Cosa è mancato per il 2017?
Se parliamo di emozioni direi senza dubbio il regalo per i miei 60 anni. Un pensiero dai miei collaboratori: un video con tanti auguri che mi ha trasmesso calore, carica e condivisione di valori a me cari.
Per quanto riguarda i risultati aziendali, fermo restando l’importanza del risultato economico che consente di proseguire nel cammino di crescita di ZCS con nuovi investimenti per la ricerca e sviluppo, direi l’affermazione sui mercati internazionali come produttori di altissima tecnologia specialisti in robotica per il giardinaggio , seguita dalla consapevolezza che Ambrogio robot rimane come unico marchio specializzato in tale settore. Questo crea un’enorme ricchezza anche per il territorio nel quale si continua a lavorare. Sorpresa gradita è stata anche la crescita esponenziale della neo divisione Innovation con gli inverter fotovoltaici e le soluzioni di accumulo per il risparmio energetico. Al netto di contributi, sussidi ed aiuti governativi, il mercato era pronto ad accogliere prodotti di livello, garantiti 10 anni, con un buon prezzo: tutte caratteristiche racchiuse nel nostro Azzurro.
Dobbiamo però migliorare nella riorganizzazione dei nostri processi interni a seguito della forte crescita che abbiamo registrato negli ultimi anni. Un accrescimento culturale e manageriale oltre che ad uno snellimento delle procedure affinché una idea vincente riesca ad arrivare velocemente sul mercato.
3. Il tuo percorso professionale parte dalla passione per la tecnologia e dallo spirito innovativo di creare sempre nuove soluzioni. Resta il segreto del tuo successo?
Direi la passione, la curiosità tecnica di capire il funzionamento di un oggetto e come sviluppare un’idea. Riporto spesso questa mia visione anche ai colleghi industriali di Arezzo: l’ imprenditore non deve limitarsi a gestire ed amministrare le attività aziendali dell’oggi a breve termine (questo è il lavoro di un buon manager); deve bensì essere parte attiva del processo tecnico e contribuire attivamente alla realizzazione di una ricchezza sociale che un’impresa deve rappresentare.
4. Sei nato nel Valdarno aretino e qui hai deciso di intraprendere e proseguire la tua attività imprenditoriale. Quale è il legame con il tuo territorio?
Ho da sempre un legame fortissimo. L’area collinare del Valdarno per me è come Mamma Natura. Far crescere ZCS significa far crescere l’indotto e dare nuove opportunità alle persone che vivono nell’area. Sono convinto che nel mio territorio ho trovato maggiori stimoli rispetto alla mera volontà di ingrandire l’impresa per mie ambizioni particolari.
Sapere di aver creato sul territorio una realtà industriale che inventa e realizza soluzioni tecnologiche che soddisfano bisogni per settori diversi tra loro eterogenei a livello internazionale mi gratifica enormemente , soprattutto pensando che posso portare conoscenza del mio territorio in tutto il mondo e trasmettere cultura imprenditoriale positiva alle nuove generazioni che si stanno avvicinando al mondo del lavoro. E poi sono riuscito a non perdere i rapporti personali e privati che avevo fin da bambino e che ancora oggi mi fanno sorridere alla vita.
5. ZCS è un’azienda giovane, oltre il 50% è composta da millennials (sotto i 40 anni). Com’è il tuo rapporto con questa generazione?
Mi sento a mio agio con loro perché in verità sento di avere il DNA delle nuove generazioni. Curiosità, passione per la tecnologia, pensare fuori dagli schemi guardando al futuro. Qualche capello in meno e qualche chilo di troppo non hanno influenzato la mia volontà di guardare al domani con occhi curiosi, per apprendere ogni giorno qualcosa di nuovo. Ho fiducia nei giovani e nelle loro potenzialità. Negli ultimi anni in ZCS ho assunto decine di under 35, prevalentemente con formazione tecnica con una caratteristica comune: la passione per il proprio lavoro.
6. Quali sono i valori imprenditoriali che ti senti di rappresentare oggi nell’era della digitalizzazione?
Decisamente il rispetto per la persona e l’etica: condivisione di valori che non possono essere trascurati in questo momento sociale in cui scarseggiano le relazioni umane ed i rapporti interpersonali sono mero scambio di formalità. Le parole sono sostituite da proclami sui social network, le conversazioni sono chat, le opinioni post, gli stati d’animo emoji grafiche. Si parla di connettività in 5G e di velocità per i nostri strumenti e soluzioni, ma credo che non dobbiamo confonderle con le connessioni umane che devono restare inalterate tramite confronti, dialoghi e discussioni aperte. I lavori migliori sono sempre stati realizzati dopo ampie discussioni con i team di lavoro. E’ necessario non sottovalutare il lavoro delle persone, non pensare solo al proprio successo, cercare di condividere i successi con i propri colleghi.
7. Come immagini il tuo futuro? E quella della tua azienda?
Immagino e spero di potermi “divertire” in azienda ancora per tanto tempo trasmettendo questo spirito anche agli altri. Immaginare che il lavoro sia effettivamente non solo fonte di reddito ma anche di arricchimento personale, soddisfazione e quindi benessere. Questo sarebbe un bel futuro. Un’azienda tecnologica, all’avanguardia in continua evoluzione, alla scoperta di nuovi mercati ma anche un luogo di incontro e di confronto aperto dove respirare cultura d’innovazione.
E ancora più intensamente … sognare una “Arno Valley”.