Miriam Murphy, vice president senior di Avnet Technology Solutions, North region, EMEA, parla della nuova fase dell’Internet of Things e delle relative opportunità per il canale
Il mondo della tecnologia sembra prosperare sulla base del motto che “mai prima d’ora c’è stato un momento più interessante nel settore”. E non c’è da chiedersi il perché, viste le così tante fasi di trasformazione avute negli ultimi 20 anni. Il nostro è un settore in continua evoluzione, anche se è difficile pensare di continuare ad assistere a ritmi simili di cambiamento anche nei prossimi 10 anni. Eppure, se si considera l’Internet of Things (IoT, Internet delle cose) e le opportunità che tale mercato aprirà, non sembra poi così difficile immaginare la prossima fase di cambiamento. Il concetto è già stato svelato, ma di cosa si tratta esattamente? Per quanto l’idea che “qualsiasi cosa che può essere connessa, verrà connessa” possa risultare un po’ pesante, non possiamo tuttavia ignorare il fatto che questo concetto offrirà grandi opportunità a quanti di noi saranno pronti ad accogliere il nuovo mondo IT.
Questa nuova fase non riguarda semplicemente miglioramenti dei dispositivi personali mobile e home. L’opportunità offerta dall’IoT per la connettività aziendale è immensa. Il settore enterprise è considerato il più importante dei tre maggiori mercati dell’IoT; gli altri due sono la pubblica amministrazione e la domotica. La produttività del personale, il maggiore sfruttamento delle risorse e l’efficienza della catena di approvvigionamento sono solo alcuni dei principali vantaggi di cui potranno godere le imprese.
Dunque, cosa significa tutto questo in termini di opportunità di crescita? Dispositivi più intelligenti all’interno dell’ambiente aziendale connessi all’ecosistema dell’IoT consentono l’implementazione di soluzioni per l’analisi dei dati; tali analisi sostengono il personale a diretto contatto con il pubblico e i leader del settore a prendere decisioni in maniera più informata grazie a una maggiore accessibilità a dati strutturali e operativi. In tal senso, il mondo del lavoro ha già iniziato a sfruttare l’analisi delle informazioni dalla ‘periferia’ dell’infrastruttura IT aziendale, come nel caso dei sensori e dei gateway. Anche noi facciamo uso di questi elementi ogni giorno, quando controlliamo ad esempio le previsioni del tempo e prendiamo la semplice decisione di indossare gli occhiali da sole o prendere l’ombrello: stiamo infatti usando informazioni basate su complessi modelli matematici ricavati da motori analitici a livello aziendale. Questi assumono significato elaborando enormi quantità di dati periferici generati da sensori. Solo in ambito aziendale, tale utilizzo più efficace dei processi di data mining sta già producendo effetti a catena: ad esempio è emersa l’esigenza di soluzioni e servizi per l’archiviazione di big data, e non solo di prodotti di business intelligence e analisi dei dati.
Nella nuova fase, è necessario per il canale accedere al nuovo livello dell’Internet of Things, cosa che richiede una tempestiva esplorazione, un’analisi e un’azione attorno ai dati dell’IoT. Il mercato del software di analisi si svilupperà ulteriormente. Che sia ‘predittiva’ o ‘riflessiva’, l’analisi dovrà essere ottimizzata per adeguarsi ai flussi di dati, quasi in tempo reale, e per garantire informazioni accurate, integrate e facilmente interpretabili.
Inoltre, come si legge regolarmente nei titoli di giornale, l’esigenza di proteggere la privacy e le informazioni, garantendo al tempo stesso la conformità alle normative applicabili nella regione EMEA, sta assumendo un’importanza fondamentale. Software e servizi di sicurezza sono già molto richiesti per gestire il trasferimento e l’analisi dei dati senza incorrere nel rischio di una fuga di informazioni. I dati ricavati attraverso risposte automatizzate generate da sensori remoti richiedono un livello di sicurezza più avanzato. Anche l’ubicazione delle informazioni contribuisce alla complessità della sicurezza. Ad esempio, la trasmissione di dati in remoto da una piattaforma petrolifera nel Mare del Nord richiede l’archiviazione cloud sicura, in grado di gestire milioni di piccoli pacchetti di dati in modo sicuro da diversi dispositivi e posizioni. La mobilità aggiunge un’altra dimensione, con la necessità del monitoraggio e della gestione delle risorse, nonché della trasmissione sicura dei dati su reti pubbliche. Questa tendenza alla mobilità mette ancora una volta in evidenza il problema della sicurezza, in quanto le imprese dovranno essere in grado di identificare in remoto eventuali guasti dei sensori per proteggersi dalla manomissione degli stessi, attraverso cui gli hacker falsificano i dati. Questa esigenza del mercato amplia l’ambito di implementazione di soluzioni e servizi di gestione degli accessi per verificare le fonti delle informazioni. Tutti questi esempi aiutano a fornire un quadro della nuova fase dell’IoT in termini di requisiti di sicurezza. Ciò apre la strada a un nuovo livello di opportunità offerte dall’IoT per il canale.
Morale? Non pensate all’IoT semplicemente come a un futuro dalle possibilità ristrette, in cui la macchina del caffè è collegata alla sveglia e il cellulare è collegato al contatore intelligente di casa vostra. È molto più di questo, e finora abbiamo assistito solo all’inizio. Le soluzioni periferiche già implementate per la sicurezza, la conformità e la gestione delle strutture hanno creato la prima fase dell’opportunità dell’IoT. La possibilità di collegare i sistemi aziendali ‘periferici’ per consentire la manutenzione automatizzata, ad esempio, potrebbe essere la prima a realizzare un effettivo valore commerciale. Per il prossimo livello, tuttavia, le vere opportunità di crescita saranno rappresentate dalle soluzioni hardware e software per l’IoT incentrate sulle organizzazioni del settore manifatturiero, dei trasporti, dello stoccaggio e dell’informazione.