Secondo i dati IDC relativi al 2015, cresce del 1,9% il mercato degli switch destinati ad aziende e service provider
Dai recenti dati pubblicati da IDC il mercato degli switch destinati a aziende e service provider ha chiuso il 2015 in crescita, registrando un +1,9%, valore che conferma l’importanza di adottare soluzioni per la gestione della larghezza di banda, sempre più richiesta grazie alla diffusione di Internet of Things, Big Data e Cloud Computing.
“Con la crescita degli utenti e dei dispositivi connessi alla rete aziendale l’aumento del traffico dati generato da soluzioni di videoconferenza, di streaming, di videosorveglianza e l’integrazione di ambienti virtualizzati, servizi cloud e soluzioni di Data Mining, le aziende si trovano di fronte a una nuova e crescente necessità: riuscire a integrare e gestire i nuovi volumi all’interno della rete aziendale senza perdere la continuità dei processi”, commenta Michele Puzzolante, Managing Director Italy and Spain di NETGEAR. “È fondamentale per le imprese adottare un’infrastruttura più flessibile ed affidabile e connessioni sempre più veloci per evitare rallentamenti e colli di bottiglia. Gli switch sono gli apparati sottoposti a maggior pressione poiché alla base del corretto instradamento del traffico e devono garantire un accesso uniforme e affidabile a tutte le applicazioni, ottimizzando al meglio la banda a disposizione.”.
Nonostante la lenta diffusione della banda ultralarga sul territorio italiano, i dati di crescita riportati da IDC confermano il valore che soluzioni innovative di switching portano all’infrastruttura aziendale. Secondo un’altra autorevole fonte, Gartner, nel prossimo futuro gli switch a 10 e 40 Gigabit continueranno a essere i principali segmenti del mercato e guideranno la sua crescita.
“Grazie alle soluzioni NETGEAR 10GbE in rame, che riducono notevolmente i tempi di latenza e i consumi energetici rispetto alla fibra ottica, anche le PMI possono godere di una velocità di connessione 10 volte superiore rispetto al Gigabit, senza dover stravolgere la propria infrastruttura e investire in costosi upgrade di rete” conclude Michele Puzzolante.