Dassault Systèmes si è posizionata al secondo posto nella classifica Global 100, elenco delle aziende più sostenibili al mondo nel 2016
Dassault Systèmes è salita al secondo posto della classifica Global 100 di Corporate Knights, che elenca le 100 aziende più sostenibili al mondo nel 2016. La multinazionale francese ha compiuto un vero e proprio balzo in avanti dal 17° posto del 2015 ed è ora la prima fra le aziende tecnologiche. Dassault Systèmes viene inserita in questa classifica da cinque anni consecutivi.
La classifica Corporate Knights Global 100 è riconosciuta a livello mondiale come punto di riferimento per l’analisi e la valutazione della sostenibilità delle imprese. Le posizioni vengono assegnate valutando diversi parametri (KPI) dal punto di vista ambientale, sociale, finanziario e della capacità di innovazione.
Dassault Systèmes mette a disposizione di aziende e persone universi 3DEXPERIENCE nei quali immaginare innovazioni sostenibili in grado di armonizzare prodotti, natura e vita. In questo contesto, la sostenibilità rappresenta il fulcro di tutte le attività dell’azienda, dai diversi settori industriali alla ricerca e sviluppo, dalla gestione delle diverse sedi alla gestione delle risorse umane.
Molte aziende presenti nella classifica Global 100 del 2016 sono clienti della stessa Dassault Systèmes. La piattaforma 3DEXPERIENCE di Dassault Systèmes aiuta queste realtà a trasformare il modo in cui progettano, producono e assistono i loro prodotti. Gli applicativi digitali della piattaforma 3DEXPERIENCE consentono alle aziende di “pensare fuori dagli schemi” per quanto riguarda la collaborazione, l’intelligenza delle informazioni e l’invenzione di soluzioni “dirompenti” che possano avere un impatto positivo sulla società.
Attraverso una strategia che punta a ottimizzare e trasformare le proprie attività con l’obiettivo di ridurre l’impronta ambientale, Dassault Systèmes ambisce ad essere un’azienda “net positive”, cioè una realtà con un “saldo positivo” fra il valore offerto dalle proprie soluzioni e l’impatto negativo della propria attività. A questo scopo, recentemente l’azienda ha collaborato con l’Università di Harvard per realizzare uno studio di “handprinting”.
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