La Fatturazione Elettronica nella PA può essere stimolo per l’innovazione digitale anche nelle relazioni B2B. A partire dai progetti di digitalizzazione di filiere e reti di impresa: 10.000 aziende scambiano già documenti tramite reti EDI, 60.000 sono connesse ai partner tramite Extranet o Portali B2b
Dopo il 31 marzo scorso, quando è scattato l’obbligo anche per la PA Locale, sono oltre 22.000 gli Enti pubblici, a cui corrispondono circa 53.000 uffici, a poter ricevere esclusivamente fatture in formato elettronico strutturato. Sono circa 7,7 milioni le fatture elettroniche già trasmesse al Sistema di Interscambio e il tasso di scarto (indicatore utile a misurare l’efficacia del sistema) si è progressivamente ridotto fino a raggiungere il 10% del totale nel mese di maggio, rispetto ai valori tra il 20% e il 17% dei due mesi precedenti. Il sistema si va assestando verso 50 milioni di fatture che ogni anno i fornitori invieranno alle Pubbliche Amministrazioni loro clienti.
E’ un bilancio positivo quella della fatturazione elettronica a due mesi dell’estensione dell’obbligo a tutta la PA, che ha portato il principale cliente della “filiera-Italia”, con circa 130 Miliardi di acquisti l’anno (la Pubblica Amministrazione, appunto) ad imboccare con decisione la strada della digitalizzazione del ciclo commerciale. Si tratta del primo intero settore del sistema economico ad adottare un’innovazione digitale pervasiva ed epocale, uno stimolo che promette di rivoluzionare di riflesso l’intero ecosistema dei suoi fornitori.
Non tutti gli uffici registrati sull’Indice delle PA in realtà hanno già ricevuto una fattura Elettronica: degli oltre 53.000 uffici attivi, circa l’80% (42 mila) dal 6 giugno a oggi è stato destinatario di almeno una fattura Elettronica inoltrata dal Sistema di Interscambio, evidenziando un margine di crescita non trascurabile del 20%. E mancano all’appello soprattutto molte imprese private. Sono circa 300.000 i fornitori che hanno già inviato fatture elettroniche, solo una parte dei circa 2 milioni di fornitori che ogni anno ne invieranno almeno una ad un Ente della PA. Ma probabilmente hanno già provveduto quasi tutte le imprese con un rapporto continuativo con la PA (che in tutto sono solo 100mila), mentre è ancora assente la gran parte di fornitori “occasionali”, per la maggior parte piccole o piccolissime imprese, con relazioni sporadiche e non continuative.
Ad ogni modo, il processo di innovazione digitale all’interno della PA è stato innescato. Per gestire le relazioni commerciali con i fornitori che inviano le fatture in formato elettronico strutturato, ma anche per rivedere in chiave digitale i processi interni di gestione delle fatture, considerando che la Fatturazione Elettronica offre benefici economici per le imprese tra i 6 e gli 8,5 euro per ogni fattura inviata alla PA. L’obbligo di Fatturazione Elettronica verso la PA, inoltre, sta portando un fermento nell’offerta di servizi e soluzioni di Digitalizzazione, in cui oltre 200 provider hanno già deciso di offrire sul mercato soluzioni e servizi dedicati. Ora la sfida riguarda il mondo delle imprese B2B, dove l’obbligo di Fatturazione Elettronica verso la PA può stimolare ulteriormente lo sviluppo e la diffusione delle relazioni digitali.
Sono alcuni dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione della School of Management del Politecnico di Milano, presentati al convegno “Dopo la PA, il Digitale (ri)entra nel Business” che si è tenuto presso il Campus Bovisa dell’ateneo milanese.
“L’obbligo di Fatturazione Elettronica verso la PA sta dando un forte contributo alla digitalizzazione del Paese, nonostante le difficoltà e resistenze – afferma Alessandro Perego, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione -. Il prossimo passo su cui il legislatore è impegnato è quello di rendere Elettronica anche la Fatturazione fra imprese facendo leva su incentivi orientati alla semplificazione e alla sburocratizzazione. Un passo importante, anche se complesso da rendere effettivo, che può portare ai risultati desiderati solo se si diffonderà sempre di più la convinzione che la digitalizzazione sia un processo ineludibile per l’intero sistema economico”.
“La Fatturazione Elettronica ha le carte in regola per essere l’innesco in grado di stimolare un grande cambiamento digitale nel nostro Paese – aggiunge Paolo Catti, Co-Direttore della Ricerca dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione -. Dopo la PA, ora spetta alle imprese raccogliere la sfida. Dopo le iniziali difficoltà di adattamento, naturali e in qualche caso anche potenzialmente dolorose, imparare a cavalcare, piuttosto che subire, l’ondata di innovazione può aprire a opportunità che sono state troppo spesso trascurate nel passato. Occorre vivere questo sforzo nella consapevolezza che si sta andando verso un nuovo modello digitale su cui impostare e costruire relazioni di business”.
Lo sviluppo dell’offerta
L’obbligo di Fatturazione Elettronica verso la PA ha portato fermento anche nel mercato dell’offerta di servizi e soluzioni di Digitalizzazione. Oltre 200 provider hanno deciso di offrire sul mercato soluzioni e servizi di Fatturazione Elettronica verso la PA.
In maggioranza, nel 32,5% dei casi, si tratta di fornitori di soluzioni di Gestione Elettronica Documentale e Business Process Outsourcing (BPO), seguiti dai fornitori di Software Gestionali che hanno sviluppato nuovi strumenti per “adattare” i prodotti esistenti a gestire anche la Fatturazione Elettronica verso la PA (21%). Il 10% poi è costituito da fornitori di servizi a supporto delle relazioni B2b e un altro 10% sono Startup focalizzate sulla Fatturazione Elettronica verso la PA. Ma sono presenti anche operatori bancari (7%) che integrano l’offerta con i sistemi di pagamento e a volte propongono soluzioni di finanziamento innovative, operatori Postali e i System Integrator (5%). Non mancano poi le Certification Authority, le Telco e i fornitori di servizi di intermediazione amministrativo-fiscale, che complessivamente arrivano al 7% dei provider.
Le diverse aree di provenienza di chi offre soluzioni e servizi di Fatturazione Elettronica verso la PA possono condizionare gli stessi modelli di offerta, che sono molto diversificati. Mentre alcuni provider offrono soluzioni verticali dedicate, altri hanno modelli ampi che integrano sistemi esistenti a supporto dei processi interni o capaci di interconnettere community di imprese, non solo digitalizzando la fattura ma potenzialmente tutti i documenti del Ciclo dell’Ordine.
“Oggi le soluzioni di Fatturazione Elettronica verso la PA risultano ancora estremamente diversificate soprattutto nei prezzi – rileva Alessandro Perego, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione -, che possono oscillare da frazioni di euro fino ad alcune decine di euro per la singola Fattura gestita in tutto il suo ciclo di vita. Alcuni player stanno innegabilmente sfruttando questa fase di fermento, caratterizzata da una significativa asimmetria informativa, a discapito della domanda. Molte organizzazioni si fermano ad analizzare le prime tre o quattro offerte che intercettano, senza investire nello scouting, salvo poi riscontrare prezzi elevati. Peraltro, non sempre un prezzo elevato è indice di un’offerta ampia, ricca di funzionalità e articolata”.
A supportare alcune delle categorie più deboli del sistema economico sono state attivate anche iniziative pubbliche, che propongono soluzioni gratuite. Player come Consip, il Sistema delle Camere di Commercio, il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, hanno attivato, per le realtà più “deboli” del nostro sistema economico, servizi gratuiti di Fatturazione Elettronica verso la PA.
“Le imprese devono saper scegliere l’offerta che meglio si adatta alle loro esigenze, non fermandosi alla prima ma approfondendo le alternative – commenta Irene Facchinetti, Co-Direttore della Ricerca dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione -: per farlo è però indispensabile che abbiano chiaro cosa vogliono e che rafforzino la loro cultura digitale, altrimenti l’opportunità rischia di essere colta solo in minima parte. L’impresa deve capire quale sia il miglior modo di fatturare alle PA in modalità elettronica, quale il modello più efficace per conservare i documenti digitalmente e quale roadmap di ulteriori sviluppi digitali adottare. Per esempio, scambiare anche i DDT, inviare oltre alla Fattura la Conferma d’Ordine, conservare tutti i documenti attivi in digitale, affrontare il ciclo passivo chiedendo ai fornitori di ricevere fatture analoghe a quelle richieste dalla PA”.
La sfida delle relazioni digitali B2B
L’avvento della Fatturazione Elettronica verso la PA sta stimolando le imprese a rivedere i propri processi interni e le relazioni B2b in chiave digitale. Con l’obbligo della Fatturazione Elettronica verso la PA, innanzitutto, è esploso il numero delle imprese che utilizzano (o adotteranno a breve) soluzioni di Conservazione Digitale per almeno una parte delle proprie fatture attive: dopo essere passate da 5.000 del 2013 alle 130.000 del 2014, oggi superano le 300.000 imprese.
L’obbligo di Conservazione Digitale delle fatture destinate alla PA può essere un innesco per avviare progetti estesi anche agli altri documenti legati alle relazioni B2b: molte imprese, con l’occasione della Fatturazione Elettronica verso la PA, hanno già deciso di estendere i progetti di Conservazione Digitale a tutte le fatture, non solo a quelle dirette alle PA. In alcuni casi l’uso del Tracciato FatturaPA è adottato per l’emissione di tutte le fatture attive.
“Anche chi non ha forti relazioni commerciali con la PA sta sfruttando la pervasività della Fatturazione Elettronica verso la PA per incrementare le relazioni digitali con i propri partner commerciali – dicono Paolo Catti e Irene Facchinetti -. Lo stimolo non ha mosso solo le grandi imprese, anche alcuni fornitori più piccoli della PA hanno colto l’occasione per attivare, proseguire o completare un percorso di innovazione, ciascuno secondo le proprie possibilità e caratteristiche”.
Molte esperienze di ricorso alla Digitalizzazione in realtà non sono legate solo all’avvento della Fatturazione Elettronica. Si sono sviluppate precedentemente in contesti di filiera, attraverso standard perfezionati e consolidati negli anni, la cui diffusione ha portato a una crescita continua delle imprese interconnesse. Gli strumenti digitali utilizzati dalle organizzazioni per veicolare i documenti di supporto alle relazioni di business con i propri interlocutori sono l’EDI (Electronic Data Interchange, modello di integrazione basato sull’interscambio di dati in formato elettronico strutturato), le Extranet e i Portali B2b (soluzioni di gestione integrata dei processi interaziendali, che consentono sia l’interazione applicazione-applicazione sia quella uomo-applicazione).
Nel 2014 sono state circa 10.000 le imprese (con un lieve incremento del 3% rispetto al 2013) che in Italia hanno scambiato tramite reti EDI i principali documenti del Ciclo Ordine-Pagamento con clienti o fornitori. Ed è in forte il volume di documenti scambiati, che nel 2014 mostra un aumento del 32%.
Oltre 60.000 imprese italiane sono connesse tramite Extranet e/o Portali B2b ai propri partner commerciali, canali che consentono lo scambio regolare di almeno uno dei documenti del Ciclo dell’Ordine. Sono oltre 350 i Portali B2b attivi in Italia che alcune imprese “leader di filiera” hanno attivato per trasmettere e ricevere i documenti del Ciclo dell’Ordine scambiati con oltre 60.000 fornitori o clienti. E non mancano casi in cui si è andati verso lo scambio di informazioni in ottica più collaborativa, attivando modelli di “eSupply Chain Collaboration”.